martedì 3 dicembre 2013

Socrate, Gesù, Buddha


[...] Sono convinto che possano rispondere agli interrogativi e ai bisogni più profondi della crisi planetaria.
La vera domanda a cui dobbiamo trovare una risposta, infatti, è la seguente: può l'essere umano essere felice e vivere in armonia con il prossimo all'interno di una civiltà interamente costruita intorno all'ideale dell'"avere?" "No", risponderebbero senza indugio Socrate, Gesù e il Buddha. Il denaro e l'acquisizione di beni materiali sono solo mezzi, per quanto utili, ma mai fini in sé. Il desiderio del possesso è per natura insaziabile, e genera frustrazione e violenza. L'essere umano è portato a desiderare incessantemente ciò che gli manca, a costo di sottrarlo con la forza al suo vicino. Ma, una volta garantiti i bisogni essenziali (nutrirsi, avere un tetto sopra la testa e ciò che occorre per vivere in modo dignitoso), l'uomo dovrebbe entrare in una logica alternativa per essere soddisfatto e diventare compiutamente umano: entrare nella logica dell'"essere", imparando a conoscersi e dominarsi, a comprendere e rispettare il mondo che lo circonda. Dovrebbe scoprire come amare, vivere con gli altri, gestire le proprie frustrazioni, conquistare la serenità, superare le inevitabili sofferenze della vita, ma anche prepararsi a morire con gli occhi bene aperti. Se l'esistenza è un fatto, la vita è un'arte: un'arte che si impara, interrogando i saggi e lavorando su se stessi. [...]

Frédéric Lenoir, Socrate, Gesù, Buddha, Mondadori Editore, Milano, 2010, pag. 6, 7


1 commento:

MarLor58 ha detto...

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” Ciò che uno è per se stesso, ciò che lo accompagna nella solitudine e che nessuno gli può dare o togliere è per lui, evidentemente, più importante di tutto ciò che egli possa possedere o, anche, di tutto ciò che egli possa essere agli occhi altrui. Un uomo ricco di spirito trova, in piena solitudine, un eccellente motivo di svago nei propri pensieri e nelle proprie fantasie, mentre il continuo avvicendarsi di trattenimenti, di spettacoli, di gite e divertimenti non riesce a tener lontano da una persona ottusa il tormento della noia ”.
A. Schopenhauer, AFORISMI PER UNA VITA SAGGIA (BUR Rizzoli)