sabato 28 dicembre 2013

Il ghiaccio alla finestra


"Ho avuto la fortuna di avere vissuto Natali poveri. Non di miseria, ma poveri. Nella Modena della mia infanzia, prima che la città esplodesse di una ricchezza troppo violenta e repentina perché fosse solida, non c’era riscaldamento centrale nella casa dei nonni, in pieno Centro, soltanto una stufa Becchi che faceva quel poco che poteva. Andavo a letto col prete, un braciere sotto le coperte gelide che oggi comporterebbe l’irruzione dei pompieri e una denuncia giudiziaria. Al mattino, il velo di ghiaccio all’interno dei vetri mi piaceva moltissimo, perché permetteva di scriverci sopra con l’unghia W Milan, quel Milan di allora. Il nonno dipingeva vetrini come diapositive a mano, proiettate contro il muro dalla “lanterna magica” e i regali della Befana erano mandarini e collane di vecchioni, che non è il grande musicista, ma sono castagne secche affumicate. Le donne tiravano pasta sfoglia e facevano il ripieno per i tortellini, gli uomini sostanzialmente nulla, a parte il nonno che preparava la Lanterna Magica e a parte mangiare quello che le donne avevano sgobbato a preparare. Ho avuto la fortuna di conoscere questa Italia fatta di poco e di molto, di persone che protestavano poco e lavoravano moltissimo, perché vedevano, giorno dopo giorno, anno dopo anno, i risultati della propria fatica ed erano ancora increduli d’essere sopravvissuti alla guerra, ai rastrellamenti, alle bombe dei Liberatori, alle esecuzioni in piazza. Il mio termine di raffronto non è l’Italia cafona e pseudo ricca del boom, delle settimane bianche, della Milano da bere che oggi fa sentire le nuove generazioni defraudate dal diritto al benessere, ma è quella del velo di ghiaccio all’interno dei vetri e della castagne secche. Non la rimpiango, ma la ricordo bene. Auguri a tutti".

[da La Repubblica - Tempo reale, 24 dicembre 2013]

Vittorio Zucconi - Bastiglia (Mo) 1944

1 commento:

MarLor58 ha detto...

Bel pensiero; sarà l'età, o il vuoto intorno, ma - come negli scritti di Mauro Corona - mi ci ritrovo sempre più.