lunedì 10 maggio 2010

Speranze

Elyas Puccica

Misconosciuto dai più, nel Ponente ligure e nel basso Piemonte si giuoca da oltre cent'anni al Pallone Elastico, balùn per i Liguri, balòn per i Piemontesi.
Nato nelle piazze dei paesi, ha poi trovato la sua debita collacazione negli sferisteri. Da anni soffre il rischio di essere sempre meno giocato, ma la passione che muove coloro che lo amano porta a non arrendersi e a continuare con grandi sforzi e dedizione questa bellissima tradizione.


Elyas mentre si benda il pugno

Occorre bendare accuratamente il pugno con cui si colpirà la palla elastica, che per gli esordienti pesa 140 grammi. Ovviamente si gioca con la destra o la sinistra a seconda della predisposizione della persona: Elyas è mancino, ma la maggior parte dei giocatori sono destri.

Elyas alla battuta

Il battitore è il ruolo più ambito. La squadra è composta da 4 giocatori: il battitore-caposquadra, la spalla e due terzini. Il punteggio è uguale a quello del Tennis, anche se le regole del gioco sono diverse.
Il battitore svolge un ruolo di primo piano e la responsabilità di cui è investito è alta: diventare un bravo battitore è un impegno non indifferente, necessita di molto allenamento e non sempre un ragazzo ha la stoffa per diventare tale, mentre può benissimo essere valido per uno degli altri ruoli.

Palleggio con i compagni di squadra

Da un paio d'anni anche nell'estremo ponente ligure esiste uno sferisterio vero e proprio: nell'arco di trent'anni sono stati fatti 3 tentativi, fondando rispettive società, ma soltanto "Le valli del Ponente" è riuscita nell'intento e gli appassionati gliene sono infinitamente grati, perchè le speranze erano ormai perdute da tempo.

Samuele Pagotto

Samuele ha il nonno, Pierino Aprosio, che allena la squadra degli esordienti di San Biagio della Cima, luogo in cui è stato costruito il campo e che ha dato i natali allo scrittore Francesco Biamonti.
Per Samuele il balùn non è una novità, perchè ne ha respirato l'essenza da quando è nato: è spontaneo, serio e mi sorprende come sappia già usare i termini tipici quando ne parla...

Elyas e, a fondo campo, i fratelli
Cassini Samuele e Fabiano

Non è uno sport come gli altri: mantiene intatte certe caratteristiche "antiche", perchè i ritmi non possono che essere quelli di un tempo e la mancanza di popolarità lo relega ad una semplicità ed ad una assoluta mancanza di enfasi. A volte penso che non sia facile per i ragazzi d'oggi ritrovarsi in questa dimensione, perchè è molto rarefatta e spoglia, ma a mio avviso, molto sana.

Bel colpo, Samu!

Sudano, sbagliano, non capiscono bene perchè certe volte centrano perfettamente la palla e altre la sbagliano in pieno... Si chiedono, sperano, lottano per diventare bravi e saper giocare a questo benedetto pallone elastico: non hanno vissuto da bambini, come la mia generazione, il grande fermento nelle piazze quando tutti i pomeriggi d'estate si giocava e si andavano a vedere le partite dei tornei nei vari paesi della zona, protagonisti i nostri stessi padri o altri familiari o gente del proprio paese per cui tifare con passione... ma ho capito che piano piano quella passione ex-novo sta entrando dentro di loro e crescerà.

Elyas

Raccontavo ieri a Elyas che Friedrich Nietzsche, nei suoi viaggi in Italia e sulla Costa Azzurra, si imbattè in qualche partita di pallone elastico e ne rimase colpito, al punto di descrivere le posture del giocatore come "sculture"...

Samuele e la sua grinta...

Questi ragazzi sono la nostra speranza: noi cinquantenni siamo stati l'ultima generazione pienamente coinvolta in questa tradizione ed è proprio un mio coetaneo, Giampiero Rossi, che avendo tempo e passione a disposizione, si occupa di coltivare questo vivaio di promesse, accompagnandoli agli allenamenti e alle trasferte in Piemonte e in Riviera per il campionato esordiente, gruppo B, visto che ce ne sono ben quattro...

Aspettando che arrivi la palla...

"Quante ore vi toccherà giocare, ragazzi, prima di sfoderare il meglio di voi stessi... Il balùn è difficile! Ci vogliono parecchie qualità per diventare bravi giocatori: colpire la palla con il pugno non è così facile come con una racchetta, un tamburello o una mazza da baseball... E poi fa anche un pò male... E occorre tempismo, precisione, astuzia, agilità, forza, scaltrezza... Coraggio ragazzi, ce la potete fare!"

I "tempi" del balùn

Ci sono molti tempi "morti" in questo gioco: durante il cambio campo, ad esempio, oppure nell'attesa che venga effettuate una battuta. Tuttavia sono tempi "pieni" perchè nella loro staticità restituiscono riposo, riflessione sulla strategia da adottare o per conversare anche con il pubblico, che è lì, ad un passo...

Silvano prepara Fave, salame e buon vino Rossese

Non può di certo mancare un buon finale: a seconda dei periodi si degusta ciò che Madre Terra offre: ora è il momento delle fave con il salame e, visto che siamo in Liguria, questo passa il convento. Quando si va in Piemonte ci si adegua alle loro prelibatezze e ai loro vini.
Esiste ancora qualcosa che permette ritmi a misura d'uomo, semplicità, umiltà e aggregazione e dove le tifoserie, a fine partita, mangiano e bevono assieme: una ricchezza davvero preziosa, di cui sono sostenitrice e difensore!

8 commenti:

Roberta ha detto...

Mi ricordo che quando da bambina venivo a isola in estate, quasi tutti i bambini giocavano al balun. Oggi? Ci sono molti bambini ma nessuno di loro gioca a questo fantastico gioco;((
Ciao Pia.

Fausto ha detto...

E si, noi siamo cresciti col pallone elastico. Da ragazzini non ci lasciavano la piazza (dove c'erano i grandi) e allora giocavamo au cürtu nelle piazzette. Le bende si compravano dalla bottega di Mario e Valeria (valebonenca) e da mio padre, che riparava le biciclette, si andava a prendere un pezzo di vecchio copertone di bicicletta da mettere sotto le bende per proteggere il pollice.

Qui i giocatori di pallone nella piazza di Soldano nel 1941

Qui invece col procugino Silvano ai tempi della bicicletta (1976) anche se ora lo vedo meglio con fave, salame e vino Rossese ;-)

la signora in rosso ha detto...

che scoperta! Non conoscevo questo gioco.... Certo che a leggere i blog degli abitanti della Liguria si scoprono abitudini e usanze sconosciute

garabondo ha detto...

qui non c'è da commentare ma da esportare e farti un monumento.
una giornata beffarda non mi ha permesso di venire e portare mio figlio 10 anni a vedere la partita san biagio tavole.
gli ho fatto leggere e vedere le foto del tuo bell'articolo.
per san biagio e gli allenamenti ci sarebbero problemi di orari e di viaggi; spero che il prossimo anno taggia riprenda in modo da avvicinarlo a questo mondo che io non ho "giocato" ma che adoro per tutto quello che ha addosso e che insegna, anche per le cose che anche tu dici.

Andreo ha detto...

"Molto bello l'articolo! Complimenti a te e al carissimo Giampi, ma l'hanno poi eletto presidente provinciale o no?"

pia ha detto...

@Fausto Fausto, hai sempre la ciliegina da mettere sulla torta!
Quante cose ci sarebbero da dire sul balùn... lo faremo.

@Andreo Sì, Giampiero è stato eletto Presidente provinciale ma, al di là dell'incarico, è esemplare ciò che fa ogni giorno per la "causa"...

Ino ha detto...

Pia.. occhio alla "Caccia"
Buone le fave con il salame!!
Salù

Alberto ha detto...

Purtroppo questo bel gioco antico è asincrono rispetto ai frenetici tempi presenti che richiedono ritmi rockettari anche negli sport, e quindi non è adatto a essere trasmesso in televisione. Apprezzabilissimi tutti gli sforzi dei volonterosi che lavorano per tramandare ai ragazzi il gioco del balùn.
Mi viene in mente una cosa. Il balùn è come il dialetto. Si stanno annacquando entrambi.