martedì 23 giugno 2009

Lidia e Pippo

Lidia Maiano (1920) e Pippo Orengo (1919)

Dedico questo post ai genitori della mia carissima amica Antonietta di Castelvittorio.
Approfitto di questa coppia di novantenni per esprimere quel sentimento di devozione che nutro per i vecchi. Stare vicino alle persone di età avanzata, il più delle volte mi rigenera, perchè mi dà la possibilità di allargare la comprensione della vita: sapere che hanno attraversato quasi un secolo di storia, durante il quale ne hanno visto veramente di tutti i colori, mi trasmette pace, mi scardina da quel serrato pensiero "personale" di visione del mondo e mi riporta a valori, sofferenze e percorsi ben diversi da questo pattume in cui viviamo al giorno d'oggi.
Il rispetto è automatico e la fortuna di poterli ascoltare, soprattutto se hanno mantenuto una sana lucidità, rappresenta una fonte di ricchezza umana che spesso va al di là di qualsiasi trattato di saggezza.
Sono preziosi, tanto quelli di casa, quanto tutti gli altri.
Non bisogna perdere l'occasione di ascoltarli...

8 commenti:

Fausto ha detto...

Sono pienamente d'accordo con Pia, gli anziani sono depositari della nostra cultura e delle nostre tradizioni, che rischiano di perdesi se non vengono tramandate ai giovani.

Per spiegarlo in parole forse più chiare alle nuove generazioni, abituate a fare tutto (o quasi) col PC, potremmo dire che quando muore un anziano è come se si rompesse un computer del quale non abbiamo avuto l’accortezza di fare una copia dei dati e, anche quando l’avessimo fatta, spesso ci accorgiamo di aver dimenticato qualcosa di importante che ormai non possiamo più recuperare.

Ino ha detto...

Sono felice di vedere i genitori
della nostra cara Amica Antonietta
in ottima forma, le persone di quella età sono veramente fatte di altra pasta e di una ricca cultura.
Salù

filo ha detto...

E' probabile che questi anziani, nella loro lunga vita, di pattume ne abbiano visto in quantità anche superiore a quella in cui viviamo oggi.E' facile amare gli anziani lindi, puliti e lucidi di pensiero, ancora in grado di badare a loro stessi,che ci incuriosiscono quando raccontano di un passato remoto che non esiste più... molto più difficile amare quegli anziani dei quali non rimane che un balbettio incoerente.

Unknown ha detto...

Certo che bisogna ascoltarli, accudirli, accompagnarli. Ma ho paura che la stragrande maggioranza dei giovani non trovi più il tempo per loro, forse nemmeno sanno che significa. Al contrario, i giovani africani, hanno un rispetto profondo per le persone anziane, i quali vengono chiamati indistintamente papà e mamma: vuol dire che il loro rispetto è ben radicato verso le persone anziane. Ciao.

la signora in rosso ha detto...

Pia, questo post mi tocca molto vicino... i miei genitori ora hanno bisogno di me, perciò passo più tempo con loro, mi rendo conto della loro fragilità, spesse volte mascherata dall'orgoglio.
C'è un tempo per ricevere e un tempo per dare, ora tocca a me dare.
Anche se sono persone che non conosco, nella foto postata, hanno la stessa espressione dei miei genitori.
Un abbraccio

Alberto ha detto...

Grazie Pia, sono amico di Antonietta ma non ho mai conosciuto i suoi genitori di cui mi ha sempre parlato. Purtroppo viviamo tempi malati dove la vecchiaia è bandita come se fosse peste e non un tempo della vita.

Silvano Bottaro ha detto...

Si può essere vecchi a cinquant’anni se si perde la voglia di lottare; allo stesso modo ci sono “giovani” di ottant’anni che ancora si sforzano con grande entusiasmo. Star vicino a quest'ultimi è senz'altro rigenerante non così è purtroppo con le persone dal "balbettio incoerente" come sottolinea filo, in questo caso delle volte la pazienza non basta, purtroppo.

gian paolo ha detto...

quante profonde verità in questo post e nei commenti.
Peccato lasciarli scorrere, bisognerebbe inquadrarli.